mercoledì 26 ottobre 2011

Recensione: BlackHawks #1 (The New 52)

Durante la seconda guerra mondiale, i comics hanno svolto nella cultura popolare Usa un ruolo di primissimo piano. Cavalcavando gli interessi del pubblico per il semplice fatto di dover vendere, come è normale che sia sempre, riuscivano ad agganciarsi al patriottismo spicciolo della gente fino a diventare (più o meno volontariamente) anche strumenti di propaganda bellica.

Lo squadrone di piloti Blackhawk è stato creato nel 1941 nientemeno che da Will Eisner per la Quality Comics, una casa fumettistica successivamente acquisita da DC Comics. Il titolo all'epoca era così popolare da conquistarsi anche gli onori di un radiodramma.

Nel 1987 una nuova brillante versione per gli eroici Blackhawks (nome collettivo dei piloti dello squadrone) è stata gestita da un altro grande del fumetto americano: Howard Chaykin. L'ambientazione era ancora quella della seconda guerra mondiale, e un riuscitissimo gusto retrò costituiva il punto di forza della serie.

Perché recuperare i Blackhaws? La ragione è sempre quella della diversificazione massima di proposte che DC Comics sta tentando in questo rilancio.

Ovvio però che non è più tempo per raccontare le imprese di piloti immersi in un mondo bellico che risale a settanta anni fa. Meglio convertirlo in titolo tutta azione, centrato su dei ben più malleabili soldati di cartapesta. Solo così si può mantenere ancora ben premuto il piede sull'accelleratore dell'eroismo esasperato.

Più che soldati, quindi, per la serie servivano dei soldatini. E i G.I.Joe rappresentano il modello ideale a cui ispirarsi, col vantaggio che rispetto a tanti altri marchi analoghi essi godono già da anni di numerosi adattamenti a fumetti, con licenze che migrano da casa in casa (Marvel, Image, Devil's Due Publishing, IDW Publishing).

Gli schemi cui ispirarsi e già ampiamente collaudati non mancano di certo, e meglio ancora se nell'operazione Blackhawks si imbarca anche lo sceneggiatore Mike Costa, che ha già lavorato sull'ultima serie dei G.I.Joe fumettistici.

In Blackhawks #1, però, si respira un'aria leggermente migliore rispetto a quello che potrebbe essere un semplice clone dei G.I.Joe. Si tratta pur sempre di una serie immersa nel DC Universe, con tutti i vantaggi che ne possono derivare. Per ora non si fa molto riferimento esplicito ad aggiunte supereroistiche, ma tutto fa presumere che questi elementi di contorno potrebbero essere stabilmente sfruttati in futuro. 

Se azione deve essere, azione sia! L'albo entra subito nel vivo di una spettacolare sequenza disegnata da Graham Nolan e centrata sull'agente Kunoichi (ogni soldatino che si rispetti lo conosciamo solo ed esclusivamente con il suo nome di battaglia). Donna e combattente tenace, ma non per questo meno femminile, Kunoichi si trova a essere infettata da alcuni dispositivi nanotecnologici mentre svolge di una missione per conto delle Nazioni Unite.  

Nel resto dell'albo viene preparata la trama a lungo termine, che presumibilmente ruoterà attorno alla progressiva trasformazione della donna in un supersoldato nanopotenziato. Altri elementi inframmezzati a questo plot sono funzionali alla presentazione dei numerosi componenti della squadra militare, e a quella degli antagonisti (i soliti terroristi hi-tech altrettanto dotati di nanotecnologia).

Funziona tutto benissimo in questo fanta-action militare, ma la premessa naturalmente è quella che è. L'arte di Graham Nolan è in buon equilibrio fra una non pedante costruzione della tavola, un tratto sicuramente dotato e accattivante e il ripudio di sofisticazioni eccessive che potrebbero rendere il titolo poco digeribile al suo pubblico potenziale. 

Da leggere, se è il vostro genere. E da dimenticare subito dopo.


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