mercoledì 31 agosto 2011

Sciopero dei calciatori: ecco la soluzione!

RoboCup non è un torneo sportivo internazionale vero è proprio. Diciamo che è un appuntamento annuale a metà fra il gioco e la sperimentazione ingegneristica.

Ma ha un obiettivo preciso da raggiungere entro il 2050: realizzare una squadra di robot antropomorfi, dotati di intelligenza artificiale sofisticata e in grado di sfidare a calcio la squadra campione del mondo. Magari per batterla.

I dipartimenti tecnologici di università di tutto il mondo preparano per un intero anno nuove soluzioni tecniche (sia elettromeccaniche che software) per poi testarle durante la RoboCup contro quelle progettate da altri staff.

E non si organizzano solo sfide fra mini-robot umanoidi. Esistono varie categorie, fra cui quelle riservate a robot di altezza quasi umana, robot non antropomorfi che si muovono su ruote invece che su gambe, o categorie per le simulazioni di gioco eseguite in modo puramente software per sperimentare soluzioni di intelligenza artificiale.

Se cercate RoboCup su youtube di filmati ne troverete davvero tanti, alcuni veramente spassosi. Quello che vi sorprenderà è come i progetti robotici relativi ai tornei degli utlimi anni siano enormemente migliorati rispetto a quelli delle edizioni precedenti.

Insomma se siete preoccupati per l'assenza di calcio dagli stadi, da Sky e da Mediaset Premium, o se siete profondamente straziati dalla commozione per i problemi finanziari di giocatori e società sportive, mollate il fazzoletto e cercate di aver pazienza. Entro il 2050 il problema sarà definitivamente risolto.

Qui il sito ufficiale della manifestazione. E qui sotto qualche gustoso filmato.











The Killing Joke No Mo(o)re

Quella che vedete è Batgirl come ci verrà presentata in Batgirl #1, primo numero di una delle nuove serie DC Comics lanciate con l'evento editoriale The New 52 (di cui ho parlato qui).

Dell'albo sono state diffuse varie pagine in anteprima, il cui contenuto ha indispettito non poco i fan dello sceneggiatore Alan Moore e più in generale i fan di Batman.

I personaggi che nel corso degli anni hanno portato le vesti (rigorosamente in latex, altrimenti che gusto c'è?) di Batgirl sono vari, ma quello più noto e amato è Barbara Gordon, figlia del commissario Jim Gordon.

Per scelte editoriali legate al rilancio del personaggio di Batman nella seconda metà degli anni ottanta, si decise che Batgirl doveva scomparire. Barbara Gordon venne fatta ritirare dalla carriera di supereroina e - affinché non vi tornasse più - venne anche fatta sparare dal Joker nella spina dorsale e messa su una sedia a rotelle.

La tragedia di Barbara Gordon è raccontata in The Killing Joke, scritto da Alan Moore nel 1988. Quest'albo, per varie ragioni, ha una rilevanza storica e artistica enorme. Troppo grande perché la sua importanza retrospettiva venisse semplicemente taciuta durante la cancellazione del vecchio universo DC Comics.

Copertina di The Killing Joke (1988)
Il nuovo universo DC Comics non ha però formalmente nessuna continuità col vecchio: si poteva benissimo riesumare Batgirl/Barbara Gordon e non citare affatto The Killing Joke.

Guardando le pagine di anteprima di Batgirl #1 sembra invece invece che DC comics abbia scelto di ricordare ugualmente gli eventi raccontati da The Killing Joke per poi rimaneggiarli e sbarazzarsene, con l'espediente secondo il quale quella storia sarebbe stata solo un brutto sogno di Barbara Gordon. Una scelta che i fan hanno visto come uno sfregio al genio di Alan Moore e una mancanza di rispetto per la lunga storia editoriale di Batman.

Ma tant'è! L'universo DC è stato azzerato: la cosa è stata annunciata e a questo si sta procedendo. Semmai è proprio la scelta alla base quella da criticare. Per riesumare dalla tomba personaggi defunti o guarirli miracolosamente dalla paraplegia non esistono poi molti espedienti possibili: cloni, universi paralleli, sogni e pochi altri. Tutti trucchetti in qualche modo insoddisfacenti.

Che in Batgirl #1 venga quantomeno citato The Killing Joke, pur se tradito, è forse il massimo segno di rispetto possibile (data la situazione) per il valore di un innegabile capolavoro.


Pagine di Anteprima da Batgirl #1




Nelle ultime vignette:
Barbara Gordon viene sparata da Joker,
ma pare fosse solo un sogno.


martedì 30 agosto 2011

Le "Cabezonas" di "Enrique Vegas" arrivano in Italia

Di fronte a immagini così, inutile spendere tante parole.

Le Cabezonas del fumettista Enrique Vegas hanno letteralmente sfondato in Spagna e ora sbarcano in Italia. Sono parodie dei personaggi Marvel, ma anche di altri personaggi dei fumetti o del cinema. Tutti accomunati dall'avere una capoccia grossa così! 

001 Edizioni ha cominciato a portare in Italia i primi quattro titoli: Speederman, Thorr, Arma XL e Capitan Testone. Nell'ordine citato, i quattro albi escono o sono già usciti nei mesi da luglio a ottobre. Solo tre euro per ogni albo e come è naturale immaginare, figurine allegate.

(Clic sulle immagini per ingrandirle)



Spider-man e Thor in versione Cabezonas - 001 Edizioni

Wolverine (Weapon X) e Capitan America in versione Cabezonas - 001 Edizioni

Altri Cabezonas Marvel: Gambit, Daredevil, Sentinella, La Cosa,
Nick Fury, Colosso, Sabretooth, Elektro

E ancora altri: Iron Man, Elektra
Uomo Sabbia, Xavier, Magneto, Rhino, Ciclope, Blade.
La collezione di figurine la intitolerei: Vegas santo subito!!!

Già sazi? Qualche altro giusto per gradire:
Mr Fantastic, Torcia Umana, Bullseye,
Venom, Dr Octopus, Hulk.


Non solo Marvel. Cabezonas per tutti i gusti: Batman, Kill Bill, Pirati dei Caraibi,
Star Wars, Indiana Jones, Mazinga Z.

Tavola di Speederman (Enrique Vegas)
con Capitan Ame...ops, Capitan Testone, Iron Man
e quella rompiballe di Gwen Stacy

Tavola di Capitan Testone (Enrique Vegas)
contro quei cattivoni dell'AIM



Recensione: Kung Fu Panda 2

C'è una tendenza nel cinema di animazione 3D, una precisa scelta di mercato: i sequel di film di successo devono seguire la crescita d'età dei loro primi irriducibili fan.

Se un bambino di sei anni nel 2006 andava matto per Cars, lo stesso bambino sarà andato a vedere Cars 2 quando di anni ne aveva ormai undici. Col risultato di andar matto anche per un secondo capitolo che è quasi incomprensibile per chi ha compiuto sei anni oggi.

Se questo approccio funziona per Pixar (e funziona per le serie TV di Ben Ten) perché non anche per Dreamworks? E infatti Kung Fu Panda 2 lo fa totalmente suo. Niente riproposta-fotocopia del plot del primo capitolo. Il panda è cresciuto, maturato, e grande attenzione viene posta all'approfondimento della sua psicologia.

L'idea del primo Kung Fu Panda d'altronde era semplice ma indovinatissima. Quasi un'alchimia magica che non poteva funzionare più di una volta: portare in cartone animato le scenografiche tecniche di arti marziali Xiangxingquan, cioè lottatori che imitano movenze altrui. Se devo guardare un film in cui c'è un tizio che lotta imitando una tigre, perché non guardare proprio una tigre?

Idea visiva geniale. Fotografica e cinematica assieme. Un film già bello e pronto che infatti sbancò al botteghino nonostante qualche (sguaiato) strascico citazionista-demenziale così tipico dello stile Dreamworks.

In Kung Fu Panda 2 tutto viene ottimizzato rispetto al primo capitolo: via le demenzialità, più maturità del protagonista, più efficacia nel ritmo narrativo.

Le citazioni filmiche ci sono ancora, ma ben integrate nell'atmosfera e nella ritmica. Le vanno a potenziare invece che mortificarle. E non si tenta più di inseguire la risata troppo facile. E' il meglio della Dreamworks che ha ormai imparato dal meglio della Pixar.

Tantissima cura per gli aspetti di concept art delle ambientazioni, per rendere una epicità che ha il sapore di quella dei film di John Woo. Modellizzazione dei personaggi, fluidità dell'animazione e resa dei dettagli superiore - molto superiore - a quelle del primo capitolo. Il gioco è fatto: ecco servita una Cina che non è mai esistita ma che è proprio quella che ci aspetteremmo di trovare in un film che la mitizzi. Sul piano del trasporto visivo/emozionale Kung Fu Panda 2 si può dire perfettamente riuscito.

Il racconto centrato attorno al Guerriero Dragone "Po" " è strutturato secondo la classica quest della fantasy, viaggio narrativo che è contemporaneamente sia esteriore (zeppo di simbolologie) che di maturazione e raggiungimento di un equilibrio interiore. Il tutto è reso in modo molto smooth, leggero e scorrevole. Inevitabilmente con qualche falla logica, ma complessivamente il risultato è efficace.

Se il panda è curato di più rispetto al primo capitolo, mangia tempo e spazio agli altri protagonisti. L'abbozzo cui sono stati abbandonati alcuni personaggi è eccessivo. Tigre è curatissimo e messo sempre al centro della scena, ma gli altri quattro guerrieri dei Cinque Cicloni (Scimmia, Mantide, Vipera, Gru) stanno semplicemente là, sullo sfondo. Per tutto il film compiono all'unisono le stesse azioni, giusto per fare numero.

Il finale è leggermente aperto, a prospettare un capitolo tre.

Conclusione: un secondo capitolo molto molto migliore del primo, ma non poi così adatto a un pubblico giovane come la promozione del film vuole far credere (per il motivo che dicevo in apertura). Il target perfetto è quello degli stessi bambini che già si sono appassionati al primo film più o meno all'epoca della sua uscita.


Kung fu Panda 2 - Il trailer italiano




lunedì 29 agosto 2011

Insalate di matematica (e di 3D sul tubo)

William Gibson racconta che l'idea del Cyberspazio, utilizzata nel racconto La notte che Bruciammo Chrome e nel romanzo Neuromante, gli venne osservando come un ragazzo riusciva a isolarsi in un mondo tutto suo ascoltando musica da un walkman.

Aneddoto che si addatta perfettamente a descrivere questo filmato, purtroppo disponibile solo in bassa qualità perchè la versione HD è acquistabile sul sito dell'autore.

The Passenger, di Chris Jones.





Qui invece siamo su un qualche pianeta alieno, abitato da una fauna tutta sua. E del tutto particolari solo le tecniche predatorie che ci vengono mostrate, persino più diaboliche di quelle usate per la riproduzione da Alien. Agghiacciante!

The Pier - di Jason Bennett.




Okay, okay... questo non è sul tubo; è su Vimeo. Ma l'ho guardato lo stesso perché cercavo la risposta a un dilemma che mi assilla fin dall'infanzia: come si prepara una insalata di matematica? Niente da fare, nel filmato la risposta non c'è.  

Tribute to GO NAGAI - C4DTeam Animation Studio






Festival di Venezia: A Dangerous Method & Contagion

A Dangerous Method
Si apre il 31 agosto il Festival del Cinema di Venezia, con rituale sbadigliosa passerella di VIP tipo Madonna, George Clooney e cosecosì.

A parte l'inutile gossip che lascio volentieri a altri, voglio postare giusto due note su un paio di film che personalmente mi intrigano parecchio.

A Dangerous Method di David Cronenberg è uno dei film in concorso, basato su eventi realmente accaduti in merito alla rivalità fra Sigmund Freud e il suo allievo Carl Jung. Rivalità che era sia sul metodo, attorno a due concezioni abbastanza contrapposte della nascente psichiatria, sia amorosa per il contendersi di attenzioni da parte di una loro paziente.

Film intrigante perché mi sembra che Cronenberg, dopo aver esplorato molti aspetti della psicologia usando il corpo fisico e gli orrori della carne sia come metafora che come strumento di narrazione, stavolta voglia mettere in scena - mai come prima - elementi esclusivamente psicologici.

Per essere più precisi faccio una parafrasi delle dichiarazioni di intenti del regista: il film avrebbe l'intenzione di esplorare lo scarto che c'è fra il modo in cui idealizziamo certe figure storiche che sono state fondamentali per costruire la nostra attuale concezione culturale del mondo e di noi stessi, e l'impossibilità a posteriori (dato che la nostra percezione culturale è cambiata) di immaginarle davvero per quel che erano.

Altro film sicuramente interessante è Contagion di Stephen Soderberg, che però è fuori concorso. Thriller catastrofico probabilmente ispirato al caso dell'epidemia aviaria, racconta il diffondersi di un virus letale. Contagio che sarà ovviamente globale, inarrestabile e incredibilmente rapido.

Ma lo slogan del film è niente si diffonde come la paura: il vero contagio al centro del racconto è quello del panico.

Il film è stato introdotto da una campagna pubblicitaria basata sulla solita tecnica di centellinare la diffusione di teaser poster, che a mio parere è stata in questo caso veramente gustosa ed efficace. Nonostante il cast sia composto da un numero notevole di superstar di Hollywood, i poster quasi mai raffiguravano i volti più noti, quasi a sottolineare il tono corale della storia.

Molto bella anche la sfumatura giallognola e l'aspetto fintamente usurato dei poster, in grado di comunicare benissimo l'idea di malattia e sfacelo.

Link: Sito Ufficiale del Festival.


A Dangerous Method - di David Cronenberg - Trailer Italiano.


Contagion - di Stephen Soderberg - Trailer Italiano.



domenica 28 agosto 2011

Divorzio a Wakanda? Il Bacio fra Ciclope e Tempesta

Quella che vedete è la copertina di Astonishing X-Men #44, annunciato per novembre 2011. Un bacio fra Ciclope e Tempesta. Semplice e lineare.

Nel mondo dei comics americani, e in Marvel Comics in particolare, non si può mai essere sicuri di aver messo la parola fine a una situazione. I morti tornano dalla tomba più spesso di quanto ci finiscano dentro e nemmeno le situazioni sentimentali durano per sempre, con alternanze cicliche delle relazioni (ti mollo - ti ripiglio - ti mollo di nuovo) sicuramente più schizofreniche di quelle della vita reale.

In contemporanea agli eventi di Civil War avevamo qualche anno fa assistito al matrimonio in pompa magna fra Ororo (o Tempesta), componente dei nuovi X-Men fin dai tempi di Claremont, e T'Challa (o Pantera Nera), austero monarca africano del regno immaginario di Wakanda.

Matrimonio felice a quanto pare. Tutto tranquillo. Come tranquillamente assodata sembrava essere ormai la relazione fra Ciclope e Emma Frost. Più nulla di interessante da raccontare in un fumetto.

Ma Greg Pack fa lo sceneggiatore e attualmente è impegnato sui testi di Astonishing X-Men. Qualcosa di interessante da raccontare lo deve trovare per forza, per contratto! Lascio giudicare a voi la pregnanza di argomenti con cui giustifica la sua ultima idea:

"Dopo Xavier, negli X-Men i due leader più grandi sono Scott (Ciclope) e Ororo (Tempesta). Si sono fatti carico di responsabilità che pochi altri possono concepire. E già quelle esperienze da sole dovrebbero fornire loro motivi per essere legati. Ma forse non hanno mai avuto un solo momento per pensarci. Tutti e due sono stati sempre coinvolti in qualche storia d'amore selvaggia con qualcun altro."

Matrimonio fra Tempesta e Pantera Nera
Perfettamente logico date le premesse narrative e anche coerente col canone della soap-opera che da sempre è stato uno degli gimmick chiave per tenere alta l'attenzione sulle storie degli X-Men. Però Greg Pack continua con una frase un po' meno rassicurante:

"Le attuali relazioni fra Scott/Emma e Tempesta/T'Challa sono fra le più appassionati del Marvel Universe."

Da queste parole il coinvolgimento sentimentale fra Scott e Ororo sembrerebbe introdotto giusto per rimescolare le carte, insomma. Per il gusto sensazionalistico di scassare quello che funzionava. Idea creativa veramente profonda.

Però c'è un'altra frase conclusiva, e più sibillina, di Greg Pack: "Posso solo dire che ogni cosa che sta accadendo è completamente inconcepibile, ma perfettamente reale, in linea con i personaggi e la continuity".

Le cose sono due: o Ororo è ritornata con Astonishing X-Men #44 alla capigliatura che portava ai tempi di VitaMorte (bellissime storie disegnate da Barry Smith) o in Astonishing X-Men #44 vogliono solo proporci un flashback mai narrato prima.




"Flash Gordon" & "The Spider" - Altri due colpi in canna per "Dynamite Entertainment"

O meglio, verrebbe da dire che si tratta di altri due candelotti di dimanite pronti per esplodere, dato il nome della compagnia di fumetti che ha annunciato due nuove miniserie per Flash Gordon e The Spider.

La vocazione principale di Dynamite Entertainment - fin dal suo esordio sulla scena Usa nel 2005 - è l'acquisizione di licenze di personaggi resi molto popolari da altri media, cinematografici o letterari per lo più, per produrne rielaborazioni originali a fumetti: titoli come Buck Rogers, Battlestar Galactica, Army of Darkness, Zorro, Darkman, Highlander, Terminator, RoboCop, Lone Ranger e tanti altri (troppi per citarli tutti).

Nel 2008 Dynamite ha anche anche dato vita al proprio universe di personaggi supereroistici con la miniserie (di notevole qualità) Project Superpowers e suoi vari spin-off collegati. Per Dynamite non sono mai mancati nè premi importanti né il gradimento del pubblico, anche perché si è sempre premunita di assoldare anche artisti di primissimo piano (Alex Ross, Matt Wagner, Garth Ennis, Frank Miller e altri).

Il Flash Gordon di Raymond
(in un curioso manifesto che
ne pubblicizza modellini in plastica)
La miniserie dedicata a Flash Gordon  si intitolerà Flash Gordon - Zeitgeist. La scommessa che Dynamite fa non è priva di rischi dato che Alex Raymond, creatore di Flash Gordon nel 1934, è a tutt'oggi da alcuni considerato il migliore disegnatore di tutti i tempi, per sensualità e eleganza del tratto. Opinione altamente opinabile, ovviamente, ma certo l'affezione per lo stile raymondiano è lungi dal tramontare dopo quasi ottant'anni.

Per questo Dynamite ha affidato il design dei personaggi a Alex Ross, autore di Marvels (per Marvel Comics) e di Venga il tuo Regno (per DC Comics) nonchè copertinista fra i più richiesti che si siano visti nell'ultimo ventennio.  

Ross non disegnerà però anche le tavole interne, affidate invece a Daniel Lindro, artista che per il momento non ha alle spalle una carriera di particolare rilievo. I testi di Flash Gordon - Zeitgeist saranno curati da Eric Trautmann, allievo (e per molto tempo collaboratore stretto) di Greg Rucka, attualmente impegnato sul Punisher della Marvel.

L'altro colpaccio messo a segno da Dynamite è l'acquisizione dei diritti su The Spider, storico personaggio dei pulp-magazine letterari anni '30 di stampo hard boiled. Tanto per dare una idea grossolana, The Spider è un eroe dei pulp affine - per target di pubblico - al ben più noto The Shadow (già nella scuderia di diritti acquisiti da Dynamite).

The Spider - Studio del personaggio
Sono molti i crititici letterari e fumettistici che hanno visto in The Spider lo stampo cui si ispirò Bob Kane per l'ideazione di Batman, proprio come è ormai assodato che Jerry Siegel e Joe Shuster si ispirarono a Doc Savage (altro notissimo personaggio dei pulps) per creare Superman.

L'alter-ego di The Spider fa di tutto per apparire, al pari di Bruce Wayne, solo come un ricco playboy annoiato mentre dentro di sé cova la rabbia più intollerante verso il crimine. L'ambientazione cupamente urbana delle storie letterarie di The Spider e la caratterizzazione dei nemici contro cui si è battuto, fanno pensare che Bob Kane ne abbia tratto ispirazione anche per creare la città di Gotham City con la folta schiera di folli crudeli psicopatici che la popola, individui spietati e pericolosi degni solo d'essere rinchiusi quanto prima nel manicomio criminale Arkham Asylum.

Per un personaggio così a tinte forti come The Spider, quello proposto da Dynamite non è ovviamente l'esordio in forma di fumetto. Negli anni '90 la linea Eclipse della Marvel le aveva dedicato una trasposizione. Un'altra serie a fumetti sul personaggio era stata prodotta successivamente da Moonstone Books, anche se in quest'ultima il testo letterario predominava sul racconto in vignette.

I testi di The Spider in versione Dynamite verranno scritti da David Liss. Al lavoro sulle tavole interne c'è Colton Worley, mentre le copertine saranno di John Cassaday e (di nuovo) di Alex Ross

The Spider, Doc Savage, The Shadow nei Pulp Magazines anni '30

Cover Alternativa per "Flash Gordon -Zeitgeist"
disegnata da Francesco Francavilla




"Ultimates" contro "Ultimate Mr Fantastic"

- Attenzione: Contiene Spoilers-

Sempre in fermento la linea Ultimate di Marvel Comics che al pari dell'universo DC Comics sta affrondando il suo reboot interno.

Si tratta del secondo rilancio di questo genere operato sull'universo Ultimate da quando questa linea editoriale esiste (cioè dal 2000). Viene ora lanciato Ultimates - ossia gli Avengers dell'universo Ultimate - partendo di nuovo da numerazione #1.

Questo albo comincerà a mostrarci gli Ultimates contrapposti a un supervillain davvero d'eccezione: Reed Richards (sì, avete capito bene). Che tuttavia nel numero #1 compare in una unica pagina, ma non per questo non fa costantemente avvertire la sua sinistra presenza.

Però l'intreccio editoriale del reboot è un po' più complesso di così ed è meglio procedere per ordine. Tanto per cominciare, col numero #160 e la saga intitolata The Death of Spider-Man, si è conclusa la corsa di Ultimate Spider-Man in versione Peter Parker.

Come è ben noto Peter Parker viene sostituito da Miles Morales, il quale fa la sua prima comparsa non nell'imminente Ultimate Spider-Man #1 (previsto per settembre) ma in Ultimate Fallout #4.

La Morte di Peter Parker in Ultimate Spider-Man #160
Ultimate Fallout è una miniserie di sei numeri pubblicata a ritmo di tre albi al mese fra i mesi di luglio e agosto - subito dopo The Death of Spider-Man - allo scopo di fare da prologo al reboot dell'universo Ultimate.

In Ultimate Fallout #4 scopriamo non solo dell'esistenza di Miles Morales ma anche che Reed Richards - che tutti davano per defunto - è invece vivo e vegeto, ma si trova intrappolato nella Zona Negativa. Dalla quale fa il suo (infausto) ritorno appunto con Ultimates #1, capeggiando una malvagia organizzazione nominata Future Foundation.

Gli autori del nuovo arco narrativo di Ultimates sono Jonathan Hickman e Esad Ribic.

Ultimate Fallout #1

Ultimate Fallout #4

Tavola da Ultimate Fallout #4
Il Cattivone è Reed Richards ma nessuno ancora lo sa

Tavola da Ultimate Fallout #4

Tavola da Ultimate Fallout #4

Tavola da Ultimates #1

Tavola da Ultimates #1

Tavola da Ultimates #1

Tavola da Ultimates #1



venerdì 26 agosto 2011

Copia A (Trexel Animation - 2009)

Copia A - breve film in animazione 3D realizzato da Trexel Animation, studio pubblicitario di Buenos Aires.

Non vi aspettate un film particolarmente comico, ma sicuramente piacerà ai cinefili. Decidete voi se vi ricorda più Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore o La Rosa Purpurea del Cairo di Woody Allen.

Buona visione.








Tim Burton resuscita Frankenwennie

Tim Burton è attualmente impegnato nella lavorazione di Frankenweenie, sua nuova pellicola in animazione stop motion. Si tratta della stessa tecnica già impiegata da Burton in Nightmare Before Christmas ma anche nel suo primissimo lavoro professionale, il cortometraggio Vincent.

Frankenweenie è qualcosa di più che semplicemente un nuovo film burtoniano. Prodotto da Walt Disney Pictures è la versione lunga - nonché un remake in tutt'altra forma artistica - dell'omonimo cortometraggio di Burton uscito nel 1984.

Presso il D23 Expo (fiera dei fan del mondo Disney) è stato presentato il logo del lungometraggio e un video di anticipazione. Prima di riferire quanto riportato da chi ha potuto visionare il filmato, meglio riepilogare cosa fosse la precedente versione corta di Frankenweenie.

Nel 1982 Tim Burton lavorava come dipendente (artisticamente represso) nel ruolo di uno dei tanti animatori-intercalatori degli studi Disney. Ma fremeva per proporre alla casa di Topolino i suoi progetti artistici, riuscendo infine a farsi finanziare a fondo perduto da Tom Wilhite - capo dello sviluppo creativo - il corto Vincent.

Logo per il lungometraggio
Vincent ebbe una discreta circolazione in mostre di cinema di animazione, compreso l'Annecy Film Festival, raccogliendo premi e menzioni della critica tanto da convincere la Disney che il corto - per lei privo di interesse commerciale - dimostrasse il talento di Burton quanto bastava per decidere di finanziargli un secondo cortometraggio non in animazione: Frankenweenie.

Frankenweenie è la storia di un bambino di nome Victor (come Victor Frankenstein) che, disperato per la morte del suo cagnolino, prova a resuscitarlo ricucendolo con ago e filo e instillandogli nuova vita a suon di scariche elettriche. Il corto è girato in bianco e nero e interpretato da quel Barret Oliver che appena l'anno prima era stato protagonista per La Storia Infinita.

Fotogramma dal cortometraggio "Vincent" (1982)
Non erano certo mancate alcune perplessità della produzione al momento di approvare il progetto, ma all'epoca la Disney era sinceramente in cerca di nuove piste da battere, a fronte di melensaggini buoniste e moraleggianti del classico stile disneyano che mostravano d'aver perso ogni freschezza creativa e potere di affascinare il pubblico.

L'idea di una favola per bambini venata di toni horror dovette sembrare un esperimento che valeva la pena tentare. Frankenweenie risultò però essere esattamente il contrario.

Stilisticamente si può senz'altro dire che il film è un horror anzitutto, ed è in forma di favola solo in secondo luogo.  E' insomma un film di Burton e non un film Disney, un delitto in qualche modo imperdonabile.

Nonostante una nomination all'Oscar e pur essendo privo di violenza esplicita, il film venne etichettato con classificazione PG (Parental Guidance), ossia vietato a minori di dodici anni non accompagnati.

Fotogramma dal cortometraggio "Frankenweenie" (1984)
Disney dovette rinunciare alla idea di distribuire il film come contenuto extra nella riedizione Home Video di Pinocchio e ripiegò decidendo di licenziare Tim Burton con l'accusa di aver sprecato le risorse aziendali. Il corto tornò al cinema solo nove anni dopo come allegato a Nightmare Before Christmas.

Per quel che riguarda il Frankenweenie versione lunga, le anticipazioni note sono le seguenti: come il precedente è girato in bianco e nero; l'aspetto visuale di Victor ricorda quello di Vincent; il look del cane riesumato è molto più horrorifico (con innesti di cani d'altra razza montati sulle carni) e, infine, l'ambientazione è quella di una Burbank - californiana città dell'infanzia di Burton - trasfigurata però per assomigliare a un paesaggio della Transilsvania. E - last but not least - il cagnolino Sparky non sarà l'unico animale a tornare dalla tomba.

Il film uscirà in ottobre 2012.


Frankenwennie (1984) - parte 1


Frankenwennie (1984) - parte 2


Frankenwennie (1984) - parte 3


Vincent (1982)




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