Quando si lancia un nuovo supergruppo gli approcci possibili sono due: (1) Subito catapultare il lettore nell'azione, rimandando a dopo le presentazioni dei componenti il gruppo (2) Fare il contrario.
In Justice League #1 lo scrittore Geoff Johns - senza dimenticare anche il contributo dato da Jim Lee, visto che nel reboot DC Comics c'è il suo apporto non solo per la parte grafica - ha scelto una soluzione in bilico fra le due possibilità, ma a ben guardare ha adottato più il secondo approccio che il primo.
Non sembra essere la soluzione migliore, come non sembra ottimale l'avere un numero #1 composto da sole 24 pagine. Si dovrebbe ricorrere a una foliazione maggiorata per il lancio di una nuova serie, ma qui pare proprio non si sia potuto farlo.
Justice League #1 |
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Johns può già vantare successi incredibili nel gestire operazioni editoriali e narrative complesse (Green Lantern: Rebirth, Crisi Infinita, 52, Superman: One Year later, Flash: Rebirth, Sinestro Corps, Brightest Day). E' riuscito persino a compiere il rilancio di un personaggio difficilmente attraente come Booster Gold.
Sicuramente è l'uomo adatto su questa serie, tenendo presente che da Justice League - nodo centrale nell'immaginario DC Comics - le linee guida da lui impostate si propagheranno sulle altre testate.
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L'intento è di portare lettori freschi e allora proviamo a guardare l'albo con gli occhi di un novellino che fino a ieri i fumetti non li leggeva, o almeno non leggeva albi DC Comics. Justice League #1 lo convincerà senza ombra di dubbio che non può più fare a meno di leggere i numeri successivi?
Non è facile rispondere. Forse sì, forse no. Più probabilmente no, ma non ci metterei la mano sul fuoco. L'albo è di buon livello, ma l'approccio narrativo scelto è di rimandare quasi del tutto l'azione, eccetto quelle due tre paginette di splash action.
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Comunque sia, la creatura aliena è probabilmente il primo nemico che la Justice League dovrà affrontare (anche al suo debutto nel 1960 la League dovette vedersela come prima cosa con un alieno: Starro), ma l'azione - fatta salva una piccola scaramuccia corpo a corpo fra Batman e l'alieno - viene rimandata ai numeri successivi.
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Che però tanto oscuro qua non pare. I tratti caratteriali di Batman sembrano più smussati del solito: viene il sospetto che nel New Universe si voglia dare a Batman una caratterizazione snellita dai tratti più duri, il che è anche una scelta logica per attirare lettori veramente giovanissimi (ed ecco il probabile colpo di spugna inferto anche a Dark Knight Returns e Batman Year One di Frank Miller).
Ancora un po' di verbosa interazione fra Batman e Green Lantern e poi si passa a Vic Stone ossia Cyborg, che dovrebbe essere la vera chiave d'accesso per i lettori più giovani e che quindi viene mostrato ancora pienamente umano, non ancora cyborgizzato.
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E in chiusura l'apparizione di Big Blue Superman (ancora più Blue, senza le fidate mutande rosse). Appare e basta, però, senza far nulla dato che il cliffhanger dell'ultima pagina rimanda al numero successivo (Prossimo numero: Batman contro Superman). E anche la comparsa degli altri componenti della Justice League (Aquaman, Wonder Woman, Flash) è rimandata al secondo numero, sempre che il primo vi abbia convinto abbastanza da aprire nuovamente il portafoglio.
Ma parliamo dei disegni di Jim Lee. Non è mai stato uno storyteller di particolare originalità inventiva. I suoi pregi sono sopratutto nella perferzione tecnica dell'esecuzione e nella peculiarità del suo tratteggio (che ha fatto scuola).
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Solo che qui l'azione non c'è.
In definitiva un albo di ottimo livello, ma se basti a convincere la maggioranza dei lettori che questo davvero è l'inizio di una nuova era, è cosa tutta da dimostrare. Per il momento non si riesce a parlar male di questo esordio, ma neanche a traboccare d'entusiasmo.
Le prenotazioni di JL #1 hanno raggiunto quota 200.000. Riuscirà DC Comics a confermare almeno metà di queste prenotazioni per il secondo numero?
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2 commenti:
Tavole fantastiche.
Eh sì :) Jim Lee, mica pizza e fichi :D
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