martedì 30 agosto 2011

Recensione: Kung Fu Panda 2

C'è una tendenza nel cinema di animazione 3D, una precisa scelta di mercato: i sequel di film di successo devono seguire la crescita d'età dei loro primi irriducibili fan.

Se un bambino di sei anni nel 2006 andava matto per Cars, lo stesso bambino sarà andato a vedere Cars 2 quando di anni ne aveva ormai undici. Col risultato di andar matto anche per un secondo capitolo che è quasi incomprensibile per chi ha compiuto sei anni oggi.

Se questo approccio funziona per Pixar (e funziona per le serie TV di Ben Ten) perché non anche per Dreamworks? E infatti Kung Fu Panda 2 lo fa totalmente suo. Niente riproposta-fotocopia del plot del primo capitolo. Il panda è cresciuto, maturato, e grande attenzione viene posta all'approfondimento della sua psicologia.

L'idea del primo Kung Fu Panda d'altronde era semplice ma indovinatissima. Quasi un'alchimia magica che non poteva funzionare più di una volta: portare in cartone animato le scenografiche tecniche di arti marziali Xiangxingquan, cioè lottatori che imitano movenze altrui. Se devo guardare un film in cui c'è un tizio che lotta imitando una tigre, perché non guardare proprio una tigre?

Idea visiva geniale. Fotografica e cinematica assieme. Un film già bello e pronto che infatti sbancò al botteghino nonostante qualche (sguaiato) strascico citazionista-demenziale così tipico dello stile Dreamworks.

In Kung Fu Panda 2 tutto viene ottimizzato rispetto al primo capitolo: via le demenzialità, più maturità del protagonista, più efficacia nel ritmo narrativo.

Le citazioni filmiche ci sono ancora, ma ben integrate nell'atmosfera e nella ritmica. Le vanno a potenziare invece che mortificarle. E non si tenta più di inseguire la risata troppo facile. E' il meglio della Dreamworks che ha ormai imparato dal meglio della Pixar.

Tantissima cura per gli aspetti di concept art delle ambientazioni, per rendere una epicità che ha il sapore di quella dei film di John Woo. Modellizzazione dei personaggi, fluidità dell'animazione e resa dei dettagli superiore - molto superiore - a quelle del primo capitolo. Il gioco è fatto: ecco servita una Cina che non è mai esistita ma che è proprio quella che ci aspetteremmo di trovare in un film che la mitizzi. Sul piano del trasporto visivo/emozionale Kung Fu Panda 2 si può dire perfettamente riuscito.

Il racconto centrato attorno al Guerriero Dragone "Po" " è strutturato secondo la classica quest della fantasy, viaggio narrativo che è contemporaneamente sia esteriore (zeppo di simbolologie) che di maturazione e raggiungimento di un equilibrio interiore. Il tutto è reso in modo molto smooth, leggero e scorrevole. Inevitabilmente con qualche falla logica, ma complessivamente il risultato è efficace.

Se il panda è curato di più rispetto al primo capitolo, mangia tempo e spazio agli altri protagonisti. L'abbozzo cui sono stati abbandonati alcuni personaggi è eccessivo. Tigre è curatissimo e messo sempre al centro della scena, ma gli altri quattro guerrieri dei Cinque Cicloni (Scimmia, Mantide, Vipera, Gru) stanno semplicemente là, sullo sfondo. Per tutto il film compiono all'unisono le stesse azioni, giusto per fare numero.

Il finale è leggermente aperto, a prospettare un capitolo tre.

Conclusione: un secondo capitolo molto molto migliore del primo, ma non poi così adatto a un pubblico giovane come la promozione del film vuole far credere (per il motivo che dicevo in apertura). Il target perfetto è quello degli stessi bambini che già si sono appassionati al primo film più o meno all'epoca della sua uscita.


Kung fu Panda 2 - Il trailer italiano




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