C'è uno spettacolare Hawkman meravigliosamente decorato dall'arte di Philip Tan e dalla colorazione ed effetti di luce di Sunny Gho, dotato di un aspetto realmente selvaggio (come promette il titolo della testata) e poi... e poi non c'è più niente. Sfondo bianco.
Nessuna informazione su cosa si abbia intenzione di costruire attorno a Hawkman, nessuna indicazione su quale dei trascorsi retroterra mitologici si intenda adottare (L'antico Egitto? Il bellicoso pianeta Thanagar? Qualcosa di completamente nuovo?), nessun elemento che suggerisca chi sia l'uomo che indossa le ali di metallo "Nth".
Precisamente, l'uomo è di nuovo di Carter Hall, storicamente il primissimo alter ego di Hawkman. Ma è solo un nome, non un personaggio.
Contro i Doppelgangers dell'alieno |
(per non farsi mancare nulla). |
Questo aspetto, assieme all'aggettivo savage che da sempre etichetta il personaggio, fa pensare che l'idea di base del reboot si limiterà a fornirci una versione Wolverine-style dell'uomo-falco, con una svolta verso l'involontaria comicità nel momento in cui lo vediamo trasformarsi di punto in bianco da Carter a Hawkman.
La storia si apre con Carter Hall che sembra aver deciso di porre una divisione netta fa lui e Hawkman. Si disfa perciò dei vecchi bardamenti, e a questa azione seguono fiamme e lampi di luce senza una riga di spiegazione. Carter si ritrova a svegliarsi stordito in un magazzino, evidentemente adottato come abitazione.
Dietro a Hawkman compare |
una presenza... di cui nulla si sa |
La mummia prende vita, al suono altisonante di frasi ridicole come "Io sono Morphicius" e allungando ovunque le sue propaggini liquide in stile Venom. Carter si scopre capace di trasformarsi in Hawkman, avviando con l'alieno un amichevole scambio di opinioni a suon di mazza ferrata.
I testi di Tony S. Daniel (che su Detective Comics sta lavorando benino) sono quanto di più stereotipo e svogliato si possa immaginare. Dialoghi piatti, spiegazioni rimandate al futuro ma senza indizi che rassicurino a sufficienza che questi chiarimenti siano davvero in programma.
L'unica cosa che regge l'albo è la parte grafica, che si mantiene però volutamente grigia (su atmosfere quasi deprimenti) fino al momento in cui Hawkman appare in tutto il suo splendore. E quando l'uomo-falco appare, risulta effettivamente tanto accattivante da rubare la scena a tutto il resto. Il resto? Quale resto?
Se siete dei fans del personaggio vale la pena dare ancora una occhiata ai numeri successivi, perché l'arte è davvero bella. Ma non c'è da dubitare che la corsa di questa serie sarà piuttosto breve se l'approccio ai testi non cambierà radicalmente.
DC Comics Reboot: The New 52 - tutte le recensioni
Nessun commento:
Posta un commento