lunedì 17 ottobre 2011

Recensione: Mister Terrific #1 (The New 52)

Immaginate di essere il terzo uomo più intelligente del mondo, nonché medaglia d'oro olimpica nel decathlon, e d'aver conseguito una buona metà delle lauree rilasciate da università come Harvard e Yale.

E immaginate anche che grazie al vostro talento d'inventore abbiate accumulato soldi, un mucchio di soldi.

E se questi non vi dovessero sembrare già superpoteri bastanti per un singolo uomo, immaginate che con i vostri giocattoli hi-tech possiate trasformarvi in un supereroe proprio come fa Iron Man quando indossa la sua armatura.

Mr. Terrific, alias Michael Holt, era in circolazione nel DC Universe da molto prima del rilancio. In qualità di membro della JSA (Justice Society of America) il suo ruolo era solo quello di uno fra i tanti gregari del supergruppo. Perché mai diventa ora appetibile come star di un albo tutto per sè?

Niente armatura per Mr Terrific
Ma il suo nemico ce l'ha, così
si pensa subito a Iron Man
I motivi sono due, e il primo è immediatamente evidente.

L'idea alla base del dualismo Michael Holt / Mr Terrific assomiglia tanto all'accoppiata Tony Stark / Iron Man. Per dare pathos al tutto, a Michael Holt servirebbe anche un superproblema (Tony Stark in passato aveva la sua malattia cardiaca) e Holt ce l'ha: era l'uomo più felice del mondo prima di perdere moglie e figlio in un incidente.

Da quel momento si è votato unicamente (e disperatamente) alla scienza, per poi darsi al vigilantismo supereroico in memoria del figlio.

Il secondo motivo per cui questo personaggio sembra interessare DC Comics è molto più sottile. Michael Holt è ricco, atletico, genio, con una super-maggiorata bianca al suo fianco (Karen Starr, alias Power Girl) e con superpoteri acquisiti solo con capacità e forza di volontà personali. E in più, lui è nero!

Un titolo così ha tutto il potenziale psicologico per far immediata presa su fedelissime fasce di pubblico di colore, anche se la serie sembra essere stata impostata abbastanza bene da poter interessare qualsiasi tipo di lettore.

Il ritmo di Mister Terrific # 1 è sostenuto, denso di avvenimenti e di narrato ma anche di azione incalzante.

Big Science e Big Computers
Si cerca subito di mettere in chiaro la somiglianza con Iron Man (riferimenti al fatto Michael Holt è anzitutto un imprenditore di successo) mentre il resto dell'albo delinea con chiarezza il background del personaggio e introduce il primo antagonista (un supercriminale in grado di potenziare l'intelligenza della gente). 

L'unica carenza dell'albo è che il supergenio straparla e strapensa: portali dimensionali, meccanica frattale, effetti dei terremoti controllati da fantasiosi dispositivi. A volte tutto è un po' verboso, ma sopratutto è mal sfruttato.

Karren Starr, ma ancora
senza i poteri di Power Girl
In apertura d'albo il suo avversario in armatura viene liquidato trasformando momentaneamente una ruota da luna park in una sorta di calamita gigante (come nei cartoni animati di Tex Avery). Non esattamente l'idea che ho di big science fantascientifica.  

Eric Wallace fa bene il suo lavoro di sceneggiatore ma dubito che potrebbe sfornare mensilmente idee veramente sorprendenti e degne del personaggio.

I disegni sono di Roberto Gugliotta, molto plastico e ben a suo agio con figure dinamiche e volumetriche. Bravissimo nelle scene d'azione, Gugliotta lo è un po' meno quando si lancia in inquadrature dalla prospettiva ardita, col risultato di distorcere le proporzioni delle figure umane in modi non proprio credibilissimi.

In conclusione, un numero di esordio divertente per una serie che forse non andrà incontro ai gusti di tutti, ma che non difetterà di sostanza e di mestiere.


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