Il genere cucito addosso a Blue Beetle è stato inizialmente quello di un poliziesco avventuroso di epoca pulp, e più avanti negli anni quello del supereroismo spicciolo, a tratti anche venato di qualche nota di umorismo.
Questo Blue Beetle #1, però, è direttamente derivato dall'ultima versione dello scarabeo blu, che è a differenza delle precedenti ha una impostazione più fantascientifica: un'origine cosmica per il personaggio e, sullo sfondo, la galassia intera a fare da scenario.
Il restlyling è ormai definitivo, l'unico appetibile per un personaggio non di punta, e viene ripreso e mantenuto oggi tale e quale perché ben noto al pubblico più giovane grazie alle apparizioni di cui Blue Beetle ha goduto in vari prodotti televisivi targati DC.
Scarabeo (l'arma, non il gioco. Con quel che dice |
è improbabile comporre una parola sensata) |
Blue Beetle è Jaime Reyes, un adolescente texano al quale il potere del mistico scarabeo cade addosso quasi per caso. La scena di apertura dell'albo è un flashback ambientato su un lontano pianeta. Lo scarabeo viene inizialmente mostrato come un essere che è una sorta di arma biologica (in stile Predator) al servizio di una qualche belligerante razza aliena.
Ma l'arma si ritrova a fuggire nello spazio a bordo di una astronave in miniatura, a forma (indovina un po'?) di scarabeo. L'intervento di una Lanterna Verde farà precipitare l'astronave sulla Terra in epoca Maya.
Reyes viene contaminato dall'amuleto |
Numero di semplice narrazione della genesi del personaggio, inframmezzata con la presentazione dell'adolescente Reyes e dei suoi coetanei, l'albo scorre rapidamente senza alcun picco di originalità ma con perfetta e accattivante fluidità dei testi di Tony Bedard e dei disegni di Ig Guara.
Una produzione tecnicamente perfetta, ma esclusivamente pensata per un pubblico adolescenziale nel suo pedante equilibrio fra azione e immedesimazione. Pubblico per il quale la serie sembra avere tutti i numeri giusti per far presa e - forse - persino sfondare di brutto.
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