giovedì 20 ottobre 2011

Recensione: Captain Atom #1 (The New 52)

Captain Atom #1 è l'esordio di una serie che sembra preannunciarsi come qualcosa di molto raffinato, pur mantenendosi entro un collaudato canovaccio di supereroismo classico.

Con tutta probabilità il titolo migliorerà ancora con i numeri successivi, almeno stando alla notizia recente secondo cui lo sceneggiatore J.T. Krul, al lavoro in contemporanea sia su Green Arrow che su Captain Atom, abbandonerà volontariamente il primo (facendosi rimpiazzare da Ann Nocenti) per meglio dedicarsi al secondo.

Non è immediato comprendere perché Captain Atom sia stato scelto come titolo appetibile per essere inserito fra quelli del rilancio DC Comics. Il capitano è una delle tante proprietà ereditate dall'acquisizione di altre case fumettistiche ormai defunte (la Charlton Comics), sicché DC non ha mai puntato più di tanto a farne un personaggio di primo piano.

Più precisamente, si tratta di Allen Adam, un militare che in seguito a un esperimento scientifico acquista il potere di restringersi a piacimento, volare, riplasmare la sua forma, manipolare l'energia e varie altre cosucce così. Tutto ciò perché l'esperimento lo ha scomposto e ricomposto fino a livello dei singoli atomi.

L'unica spiegazione che trovo per dedicare a Captain Atom un titolo a sé stante sta nel restyling grafico che si è applicato al personaggio. L'aspetto del capitano è ora assolutamente identico a quello del ben più noto Dr. Manhattan di Watchmen, anche lui dotato di poteri atomici

Che il richiamo visivo al Dr. Manhattan - reso universalmente noto dal cinema molto più di quanto il Dottore già non fosse - sia di interesse centrale per la serie, è evidente dalle scelte di colorazione: Captain Atom ha una miriade di delicate sfumature bluastre, rese pazientemente dalle sapienti matite di Freddie Williams II. Tutto il resto attorno a lui è scuro e grigio, fortemente messo in contrasto rispetto al capitano dalle inchiostrazioni a campiture nette e senza bordi (sullo stile grafico del Sin City di Frank Miller).

Sto perdendo il controllo (e sono senza manuale di istruzioni)
Ogni pagina, quindi, obbliga l'occhio a concentrarsi sulla figura di Captain Atom, così comunicando un senso di incontrollabilità della energia dirompente che esso può sprigionare.

Questo risultato è perfettamente funzionale alla caratterizzazione: il numero #1 parte in quarta con l'azione e ci presenta subito il capitano in difficoltà nel gestire la sua forma materiale, la quale sta pericolosamente derivando verso l'instabilità totale a livello atomico e nucleare.

Insomma, Captain Atom è un emulo del Dr Manhattan con lo stesso problema a gestire la sua forma atomica, ma concentrato più sulle conseguenze pratiche che su quelle filosofiche o - peggio - solipsistiche. Le sue preoccupazioni sulla possibile perdita di umanità preannunciano sviluppi narrativi interessanti.

L'albo d'esordio è nel complesso molto godibile, a mio parere, e l'ho già detto. Il vero limite dell'operazione è che questo modellarsi strettamente sul Dr Manhattan rischia di trasformare il tutto in un già visto (già visto in Watchmen, appunto) trasposto però in una forma adatta a palati meno fini. Per ora J.T. Krul è riuscito a confezionare una lettura tutt'altro che noiosa, nonché a gettare spunti di sviluppo ulteriore per il futuro.

E il futuro sarà appunto il vero banco di prova per il titolo. L'entusiasmo dello sceneggiatore c'è e si avverte in ogni pagina. Confido perciò che la serie saprà evolversi molto dinamicamente e trovare una strada dotata di dignità propria.


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