martedì 13 settembre 2011

Recensione: Stormwatch #1 (The New 52)

Fra le le tante testate fin qui pubblicate nell'ambito dell'operazione The New 52, Stormwatch suscita sicuramente qualche sorpresa maggiore rispetto a altre. L'albo è molto migliore di come - con un po' di prudente pregiudizio - ci si poteva attendere. Si entra subito nell'azione, rapidamente vengono stese le premesse di una trama di vasta portata e la tensione sale immediatamente alta.

Ma per quanta abilità ci si metta, gestire Stormwatch non sarà affatto facile. La vicende editoriali del supergruppo sono lunghe e frammentate, e questa frammentazione si è già ripercossa sulla capacità di penetrazione dei personaggi presso il pubblico.

Stormwatch ha esordito in Image Comics per poi passare sotto la linea Wildstorm di Jim Lee. Questa linea editoriale è stata a sua volta acquistata da DC Comics, che dopo l'acquisizione ha voluto tenere Stormwatch (come pure le altre produzoni Wildstorm) ben separate dall'universo di Superman, Batman e company. Infine si è compiuto anche l'ultimo passo, quello della piena integrazione narrativa di Stormwatch nel DC Universe. E ora la ripartenza da zero (anzi, da #1) nel nuovo universo DC.

Complicato? Non abbastanza, perché le basi narrative dello Stormwatch attuale sono ancora più complesse di così. Trame, personaggi, background e atmosfere di altre due famose serie, Authority e Planetary, confluiscono ora in Stormwatch #1. In pratica questa testata è caricata dal peso di tre cronologie narrative pregresse e circa trenta personaggi da gestire. E già in situazioni normali scrivere le sceneggiature per un supergruppo è molto più difficile che gestire un personaggio solitario, almeno se si vuole trovare la chiave giusta per radunare un proprio pubblico di fedelissimi.

Forse però la chiave giusta è stata finalmente trovata. Anche quando Stormwatch era stata integrata nel vecchio universo DC, Stormwatch rimaneva relegata al rango di giocattolino curioso per il quale la casa madre si domandava perplessa cosa farne, senza trovare mai una risposta soddisfacente. Nel nuovo universo DC, il gruppo degli Stormwatch  è stato ricollocato nel ruolo di una sorta di società segreta che lavora dietro le quinte (come fossero i Men in Black dell'omonimo film) per calmierare minacce aliene di vasta portata. Come lo sceneggiatore Paul Cornell fa dire a uno dei personaggi: "Sembriamo supereroi? Loro sono dilettanti, noi siamo professionisti. Stormwatch ha protetto il mondo dalle minacce aliene per secoli".

Ai componenti del gruppo (un androide donna di nome Engineer, Jack Hawksmoor, Projectionist e Jenny Quantum) si aggiungono ora tre nuovi personaggi: Martian Manhunter (meno filosofo e più carico di testosterone rispetto a come siamo abituati a vederlo), Midnighter (personaggio nuovo di zecca modellato come un emulo di Batman) e Apollo (nuovo anche lui, equivalente a un Superman).

Nel numero di esordio senza essere annoiati da troppe spiegazioni, riusciamo sia a ottenere il minimo di informazioni necessario su vecchi e nuovi personaggi che a farci mozzare il fiato dall'introduzione di minacce aliene zeppe di sense of wonder (l'intera luna che si scopre essere una entità vivente e che sta venendo qua ad aggredirci... insomma, cosette così).

Niente da eccepire quindi come numero di esordio. La preoccupazione più che altro è se questo tipo di impostazione potrà restare efficace a lungo, a fronte anche di una integrazione con il resto dell'universo DC che resta comunque limitata dalla segretezza dell'organizzazione Stormwatch.

Inoltre, per quel che questo numero ci mostra, le trame fantascientifiche potrebbero essere l'unico fulcro di interesse della testata, spazzando via per sempre i temi di fondo di riflessione sociale e di metariflessione sulla valenza del supereroe come archetipo psicologico. Temi che erano alla base della amatissime serie Authority e Planerary.

Ottimi comunque i testi di Paul Cornell, brillantissimo anche nei dialoghi. I disegni di Miguel Sepulveda non risultano immediatamente accattivanti ma sono invece molto intriganti non appena ci si fa l'abitudine, per quanto siano appesantiti da inchiostrazioni qua e là un po' legnose. Semplicemente spettacolare, infine, la colorazione di Allen Passalaqua.

DC Comics Reboot: The New 52 - tutte le recensioni

Nessun commento:

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...