venerdì 7 ottobre 2011

Recensione: Grifter #1 (The New 52)

Gli scaffali delle fumetterie sono zeppi di proposte hit da parte di Marvel, DC e Dark Horse (solo per citare i marchi Usa più grandi). Per quale motivo Grifter dovrebbe riuscire a competere con uno Spider-Man o un Batman o un Hellboy? E per quale motivo dovrebbe riuscire a competere con tanti altri personaggi minori di nuova proposta, compresi quelli dell’operazione The New 52?

Nell’ambito dei residuati bellici provenienti dal marchio Wildstorm, ora di proprietà DC Comics, Grifter era di certo una icona di primo livello, immediatamente riconoscibile e capace di traghettare l’attenzione del pubblico anche verso altri prodotti della casa. Ma una volta che il suo magnetismo venga diluito in un cosmo più vasto, riuscirà ad attrarre ancora qualcuno? E perché riscrivere in Grifter #1 una versione denaturata per il personaggio, che a prima vista pare avere meno background e poteri di prima?

Mistero, fermo restando che questo è solo il primo albo. Da quel che si vede per ora, l’approccio della serie sarà probabilmente quello di un Lost de noi artri, imitazione solo esteriore di serie TV il cui schema narrativo è altrettanto vuoto e puramente basato su manipolazioni estetiche: innesti continui di flashbacks mirati a suggestionare lo spettatore per spacciargli la sensazione dell'esistenza di una trama complessa e a incastro (tutta ancora da svelare), ma in verità che lasciano solo il forte sospetto che gli autori stiano tirando a indovinare nell’attesa di valutare le reazioni del pubblico.

C'è un posto in cui qualcuno fa strani esperimenti
Ho appena impietosamente descritto Lost, per come lo vedo io, ma ho descritto anche l'impressione che ho ricavato da questo Grifter #1.

Il registro narrativo adottato punta certamente a irretire lo stesso tipo di pubblico (presumibilmente pubblico fresco) di telefilm del genere, mentre per valutare se la sostanza ci sarà si dovrà aspettare le prossime evoluzioni.

Preso a sé stante, l’albo ha una struttura narrativa in medias res che non è detto che non possa far forte presa, ma anche altri albi d’esordio dell’operazione The New 52 usano lo stesso approccio e lo fanno anche meglio. Per quanto imbastiscano misteri in dosi massicce e forniscano poche risposte alle domande del lettore, riescono infine a intrigare piuttosto che lasciare abbastanza irritati (come fa Grifter #1) per tutto ciò che viene tenuto nascosto.

Idiota! Non vedi che mi hai fatto perdere il volo?
La trama in poche parole: Grifter, alias Cole Cash, è un truffatore che si muove in ambienti malavitosi, con l’aiuto di una complice. Ha appena messo a segno un colpo quando viene rapito da non si sa bene cosa, condotto non si sa bene dove, per poi riuscire a fuggire ammazzando un non si sa bene chi incontrato là per l’occasione.

C’è comunque qualcuno che gli parla nella testa e Cole ripara su un volo di linea (notoriamente il posto più sicuro del mondo) dal quale si vedrà costretto a scendere molto turbinosamente. Braccato come attentatore aereo e scaricato dalla complice, scoprirà che la voce che sente è quella di suo fratello, che non ha certo intenzioni benigne verso di lui. E Cole deciderà quindi che è ora di indossare di nuovo la maschera.

E ora son cavoli!
Le matite di Cafu sono capaci ed efficaci, ma non molto dettagliate. Il che va anche bene per un thriller tutta azione, ma non ci consegna certo un albo che colpisce subito alla prima occhiata. Più convincente l’uso delle inquadrature perché adatto a un racconto televisivo/cinematografico.

Della sceneggiatura di Nathan Edmonson in sostanza ho già detto cosa non mi convince, ma al di là del dubbio che l’obiettivo commerciale di questa serie sia completamente mirato alla cieca, i dialoghi sono veloci, chiari e funzionali alla storia.

In definitiva una serie per la quale non è difficile prevedere una corsa molto, molto breve.

Un'ultima nota folkloristica: il look con cappellaccio da cowboy e basette lunghe, e la facilità con cui Cole uccide anche a mani nude (solo tre morti per quest'albo, ma vedremo di alzare la media al prossimo numero) sembrano pensati per sfruttare la popolarità di Wolverine. Insomma, un'altra emulazione povera.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Vi ricordate i film d' azione degli anni 90? C'era un protagonista simil - Rambo (solitamente interpretato dallo stesso Stallone, o da Schwarzenegger) obbligato a combattere contro un' iperbolica quantità di nemici: qualsiasi altro uomo sarebbe stato spacciato, ma il nostro eroe, usando armi, muscoli, tecniche di combattimento e (soprattutto) cervello, riusciva sempre a trovare una via d' uscita. "Grifter" ha lo stesso canovaccio, é l' esatta traduzione di quei film nel linguaggio del fumetto: non importa quanti nemici debba affrontare e quanto complicati siano i loro piani, Grifter troverà una soluzione a tutti i suoi problemi. E' decisamente uno dei migliori fumetti della DC in questo momento, e per questo ti consiglio di dargli una seconda chance.

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