Il genere western è morto e sepolto da decenni, non solo nei fumetti ma anche al cinema e in ogni altro fenomeno pop (qualcuno compra ancora giocattoli di cowboys e indiani ai propri figli?).
Ma il cacciatore di taglie Jonah Hex è stato a lungo un fiore all'occhiello per DC Comics ed è riuscito a vivacchiare molto dopo che altri titoli analoghi erano scomparsi. Nel 2010 ha anche goduto (si fa per dire) di un disastroso adattamento cinematografico.
Poco prima del rilancio DC, gli sceneggiatori Justin Gray e Jimmy Palmiotti erano impegnati su una serie regolare dedicata a Jonah Hex, che sfornava albi di qualità talmente eccelsa da rendere improponibile accantonare per sempre un prodotto così riuscito.
Nonostante tutto, la serie non vendeva abbastanza. E allora ecco che altri media vengono in soccorso per proporre la soluzione: al cinema il western gode tutt'oggi di sporadiche apparizioni, a patto che si ricorra alla contaminazione con altri generi. Ne è un esempio (artisticamente carente ma commercialmente interessante) il recente film Cowboys contro Alieni.
E la splash page di apertura per All Star Western #1 ad opera di Moritat (le cui matite si affiancano al duo di sceneggiatori già citato) mette subito in chiaro quale sia la contaminazione che si ha in mente in questo caso: Jonah Hex scende dal treno alla stazione della Gotham City del 1880.
Una piccola disgressione: Gotham è sicuramente adatta a fare da scenario per la serie, o per lo meno per il suo esordio. La crudeltà intrinseca della città, la sua natura dannata che affonda le radici in eventi antichi, è stata reinventata numerose volte negli albi Elseworlds (versioni alternative) dedicati a Batman.
Come impatto immaginativo la contaminazione fra il west e il mondo dell'uomo pipistrello funziona benissimo. Tecnicamente però Gotham è una versione immaginaria di New York o, al più, di Chicago, il che non è geograficamente una collocazione particolarmente estrema per il West.
Fra una sparatoria adatta a presentare le capacità di Hex come bounty killer è una scazzottata nel saloon per mettere in chiaro che si tratta pur sempre di un gioco attorno agli stereotipi del vecchio west, viene avviata la trama di più largo respiro.
Un serial killer sta disseminando la città di cadaveri di prostitute barbaramente massacrate (ecco quindi contaminazioni anche con altri generi: il police procedural e il thrilling venato di sfumature horror).
Lo psichiatra Amadeus Arkham (dove ho già sentito questo cognome?) viene ingaggiato assieme a Hex per scovare l'assassino e assicurarlo alla giustizia.
Ci sono due approcci per giudicare l'esordio di All Star Western: il primo è godersi l'albo come rivisitazione della storia di Gotham, divertendosi a scovare tutte le citazioni batmaniane. E' chiaro che una interpretazione del genere aiuta la serie a ben partire, ma non può giustificarne a lungo l'esistenza.
L'altro approccio è quello di giudicare la storia puramente per la sua appartenenza al genere western che campeggia nel titolo. La lentezza che si avverte durante la lettura è voluta e ottenuta sapientemente, aiutata anche dall'alto numero di tavole (ventotto).
Ciò comunica quel senso di dilatazione temporale che è alla base di molte epiche western, rendendo possibile al lettore non solo entrare pian piano in un racconto ma in un intero mondo che solo apparentemente è spartano per spettacolarità.
E poi c'è Moritates. Intagliatore fine di pose, inquadrature, atmosfere, espressioni. Con l'accompagnamento di una colorazione in cui predominano i toni grigio e marrone (colori del fango e della terra) e di chine marcate e a tratto spesso, ogni vignetta è come un dagherrotipo d'epoca.
Lettura assolutamente sconsigliata se soffrite di allucinazioni auditive, dato che è impossibile che non vi sovvengano alla mente le musiche di Ennio Morricone. Perché quest'albo riuscirà a rapirvi davvero.
2 commenti:
Grande recensione :)
Ma grazie :) Poi per un amante del genere western come te... :))))
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