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martedì 13 settembre 2011

Dannazione! Superman è blasfemo

La polemica è ridicola, neanche tanto comica e anche piuttosto priva di clamore. Ne riferirò perciò molto laconicamente.

In una vignetta tratta da Action Comics #1 (che ho recensito qui) Superman viene investito da una esplosione da togliere il fiato, e pronuncia un misterioso "GD".

Si fa avanti un gestore di un negozio di fumetti del North Carolina che sul suo profilo Facebook si lamenta di aver ricevuto cancellazioni di ordini d'aquisto per Action Comics #2 e per tutti i fumetti scritti da Grant Morrison.

Il boicottaggio a suo dire sarebbe opera di associazioni religiose secondo le quali GD sta per goddamn (Dio dannato) ossia una bestiemmia deliberatamente introdotta da Morrison.


Molte altre voci a conferma della veridicità del boicottaggio non si sono fatte sentire ed è probabile che il tipo fosse solo alla ricerca di facile pubblicità. Ma per stroncare sul nascere polemiche potenzialmente dannose, Grant Morrison ha dovuto fornire una spiegazione ufficiale del baloon.

“E' l'effetto sonoro di un grugnito - per suggerire che il fiato di Superman è stato espluso a forza fuori dai denti digrignati - una cosa come ‘DHH’ o ‘GNUHH’".

Il gestore del negozio di fumetti si è ritenuto rapidamente soddisfatto della risposta di Morrison, replicando a sua volta con una prolissità che conferma quanto egli debba essersi sentito nel pieno dei suoi 15 minuti warholliani, e tutto è rientrato.

Chissà, forse nel frattempo il tizio ha ricevuto miracolosa e improvvisa disdetta delle disdette. Non lo sapremo mai, dannazione!

Fonte: Bleedingcool

DC Comics Reboot: The New 52 - tutte le recensioni

domenica 11 settembre 2011

Recensione: Action Comics #1 (The New 52)

"Sono stato sceso sula tera in mezzo ai mortali per riparare i torti e trionfare la giustizia"
(Corrado Guzzanti nella parodia di Thor)

C'è poco di nuovo in Action Comics #1 non già intuibile dalle anticipazioni, che per una volta sono state descrizioni fedelissime delle novità in arrivo. Il chiacchiericcio su come Superman sarebbe cambiato non è solo servito da traino per il lancio dell'intera operazione The New 52 ma ha descritto con precisione il restyling che si stava compiendo sul personaggio. Sfogliando Action Comics #1 sembra solo di cercare conferma della leggibilità del risultato, mentre via via si ritrovano tutti gli elementi già annunciati.

Superman è più giovane e abbandona la calzamaglia a favore di jeans e T-shirt. Non ha ancora imparato a usare appieno i suoi poteri e può occasionalmente sanguinare. E non è più quello cui tutto riesce incredibilmente facile, sebbene continui ancora a non tirarsi mai indietro di fronte a nulla. Meritandosi quindi l'appellativo di eroe quanto e più di prima.

La vera novità però è che questo nuovo Superman è molto più attivamente propositivo. Ha una sua agenda prestabilita di obiettivi e la rispetterà a ogni costo. Pulizia sistematica della società dagli oppressori e riparazione di torti subiti dai più deboli. E' stato mutato in una sorta di socialista proletario che non si fa scrupoli se deve scaraventare giù da un palazzo un danaroso corruttore solo per spaventarlo, o se si vede costretto a sbarazzarsi di chi lo ostacola terrorizzando uomini delle forze dell'ordine e distruggendo mezzi blindati dell'esercito.

Il Superman di Grant Morrison è un ritorno alle origini - ma proprio alle origini - e questo albo ha pieno diritto anche simbolico di essere numerato come Action Comics #1. Basta col salvare la Terra un giorno sì e l'altro pure da malvagi invasori galattici e sopratutto basta con i predicozzi moralistici neanche tanto velatamente improntati all'amor di patria.

Superman può quello che altri non possono. Decide perciò unilateralmente - e si spera sempre saggiamente - chi ha ragione, e si fa carico di imporla a chi ha torto. Anche perchè essendo molto più giovane e scanzonato, certi dubbi etici sul metodo non se li pone per nulla. Una caratterizzazione non nuova ma che ora viene (ri)promossa al ruolo di impostazione centrale per il personaggio.

Un superuomo così, il Batman di Frank Miller non si sognerebbe mai di prenderlo a pugni. La contropartita ovvia è che nessuna forza governativa si sente tranquilla a lasciar Superman scorazzare liberamente o non si farebbe facilmente tentare dall'idea di asservirlo per i propri scopi. Viene fornito così lo spunto per introdurre Lex Luthor, che qui è più uno stizzoso filosofo che non un uomo mosso esclusivamente da avidità per il denaro e il potere.

Assieme al Generale Lane, Luthor si pone domande su come arrestare una creatura così potente e si costruisce le proprie risposte sulla assoluta necessità di non lasciarla vagare libera sul pianeta. Gli scopi di Luthor non sono ancora del tutto chiaramente illustrati in quest'albo. Appare molto probabile però che ci verranno svelati pian piano.

La folla difende Superman dall'attacco dell'Esercito
Grant Morrison ci consegna una sceneggiatura senza fronzoli intellettualodi, diretta ma affatto banale. L'albo scorre velocissimo fra citazioni del più classico degli slogan associato all'uomo d'acciaio (più potente di una locomotiva, con Superman impegnato a arrestare un treno in corsa non senza umanissime difficoltà) e accattivanti caratterizzazioni molto giovanili - sia nel look che negli atteggiamenti - per Clark Kent, Jimmy Olsen e Louis Lane.

Le tavole di Rag Morales sono semplicemente indescrivibili. A colpo d'occhio sembrano improntate a un tratto troppo classico. E invece sanno supportare abilmente, con sensualità e minuziosità, il racconto di ogni dettaglio e atmosfera senza mai perdere un colpo neanche nelle scene d'azione.

Nonostante tutto l'albo lascia qualche lieve sensazione di déjà vu. Il ringiovanimento dei personaggi ricorda quello analogo operato nella linea Ultimate della Marvel. Lo stesso Clark Kent viene presentato con richiami visivi al giovanissimo Peter Parker, e l'ostilità verso Superman mostrata dalla coppia Lex Luthor/Generale Lane somiglia alla paranoia antimutante che è alla base di molte storie degli X-Men.

Si tratta solo di vaghe associazioni mnemoniche, non particolarmente disturbanti, ma non si può fare a meno di pensare che per soddisfare a colpo sicuro un pubblico quanto più vasto possibile si sia consapevolmente cercato di fornire qualcosa che gli fosse già familiare.


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