Nel 1988 i fans di
Batman si indignarono non poco per l'uscita della
graphic novel Il Figlio del Demone, nella quale
Bruce Wayne ebbe una relazione amorosa con
Talia al Ghul (detta anche
Talia Head).
Con la conseguenza che -
Bruce, dovevi stare più attento - dall'unione nacque
Damian Wayne.
Disturbare il
guardiano di Gotham tutto casa e lavoro con questo genere di impicci sembrò inopportuno ai lettori, che infatti protestarono vivamente.
DC Comics ripiegò classificando
Il Figlio del Demone come
Elseworlds (storia alternativa non inserita nella cronologia ufficiale) e
Batman potè tornare alle sue normali attività di repressione del crimine.
Cinque anni fa però lo sceneggiatore
Grant Morrison recuperò
Damian riportandolo nella cronologia ufficiale, nonché insediandolo con pieno titolo filiale nella casa di papà
Wayne. Tralasciando di raccontare altri eventi successivi, prima del
reboot DC Comics si era giunti al punto che questo
Damian Wayne aveva assunto ufficialmente il ruolo di
Robin.
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Capolavoro di caratterizzazione : Bruce spiega a Damian |
che per onorare il ricordo in vita dei genitori, non |
commemorerà più la data del loro assassinio, ma delle loro nozze |
Quindi in
Batman and Robin #1 i protagonisti sono molto di più che semplicemente
Batman e la sua fedele spalla, perché la relazione padre/figlio consente interazioni del tutto inedite fra i componenti del
dinamico duo. La domanda più interessante, a cui si cerca istintivamente risposta appena si comincia a leggere l'albo, è quindi:
di quali interazioni si tratta?
A differenza degli altri
Robin,
Damian Wayne non è esattamente quello che si potrebbe definire un simpaticone. E' sprezzante, acido e cinico. Nella sua (molto) giovanile arroganza può essere persino pericoloso per sé e per gli altri. Il contrasto
Batman/Robin perciò non è più impostato attorno a differenze caratteriali (
Batman tenebroso,
Robin scanzonato e solare) ma più sulla differenza anagrafica.
Non c'è propriamente un conflitto aperto fra i due, ma la competizione generazionale viene portata all'estremo. Scelta adattissima a non sciupare l'enorme potenziale narrativo implicito nella situazione padre/figlio e quindi onore e merito allo sceneggiatore
Peter J. Tomasi per la sua opera di caratterizzazione. E' bello vedere
Batman nel ruolo inedito di padre responsabile e paziente, pur se fermo nell'inculcare nel figlio alcuni principi irrinunciabili.
L'unico appunto da fare - ma non è colpa di
Tomasi - è che a conti fatti la consanguineità fra i due toglie forza a entrambi i personaggi.
Batman e
Robin ne vengono fuori come figure più tridimensionali del solito (e questo è bene) ma anche meno archetipali. E questo è male!
Perché un supereroe è un archetipo e non bisognerebbe mai dimenticarsene se si vuole che la storia funzioni appieno, persino nelle sceneggiature che giocano a distruggere il mito. A queste novità faremo l'abitudine più avanti, forse... per ora sembra tutto così strano.
La storia in
Batman and Robin #1 dà per assodato l'esistenza dello scenario di base introdotto da
Batman Inc. (ne ho parlato
en passant qui) per cui nel resto del mondo esistono altri
Batman nazionali. Ed ecco che qualcuno ha deciso di far fuori quello di Mosca, nonché di rubare combustibile radioattivo dall'impianto nucleare di
Gotham. Occasione che dà al
dinamico duo la scusa per entrare in azione.
La sicurezza della città viene ripristinata senza perdere troppo tempo per dare all'albo un minimo di conclusione, dato che la trama apparentemente più intrigante - quella del killer di Mosca - verrà continuata nel numero successivo.
Personalmente non apprezzo molto lo stile di disegno di
Patrick Gleason ma devo obiettivamente riconoscere che fa un lavoro ottimo. In più di qualche pagina, specie quelle iniziali, il suo tratto viene però
letteralmente distrutto dalle chine legnose di
Mike Gray e l'efficacia dell'albo ne esce abbastanza mortificata.
In conclusione direi che la serie
Batman and Robin, impostata così, potrà risultare tutt'altro che priva di interesse anche per le generazioni più adulte, quelle che seguono assiduamente le testate dedicate al
Batman solitario, e non è improbabile che riuscirà anche a imporre non pochi spunti ufficiali alla futura caratterizzazione del
Bat-Universo.
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