Fatto sta che sono molte le scene cinematografiche di culto che sono entrate con forza nell'immaginario collettivo pur non essendo mai state scritte da nessuno sceneggiatore.
Film famosissimi come Lo Squalo o Io e Annie, a causa di tempi di produzioni ristretti, non avevano neanche una sceneggiatura completa al momento del primo ciak.
Passiamo in rassegna alcune di queste scene-mito. Ce n'è per tutti i gusti.
I Predatori dell'Arca Perduta [Raiders of the Lost Ark - 1981] di Steven Spielberg.
Doveva essere un combattimento di spade quello fra Indiana Jones (Harrison Ford) e il beduino vestito di nero pronto a sfidarlo.
Ma il giorno previsto per la ripresa della scena, Ford si trovava pesantemente fiaccato da una temporanea intossicazione alimentare. Semplicemente non aveva la forza per simulare un impegnativo combattimento.
Ed ecco la soluzione, ideata da Harrison Ford e concordata con lo stesso Steven Spielberg. Indiana Jones avrebbe risposto alle spacconate di sfida del guerriero semplicemente tirando fuori il revolver e abbattendo il suo avversario. Un effetto umoristico improvvisato e perfettamente in linea con l'insolenza scanzonata del personaggio.
Il Padrino [The Godfather - 1972] di Francis Ford Coppola.
Don Vito Corleone (Marlon Brando) sentenzia sul destino di un uomo, assicurando il suo interlocutore che provvederà a far giustizia.
Una freddezza e spietatezza di intenti che contrasta con la gentilezza con cui Vito Corleone accarezza il gatto poggiato sul suo grembo.
Solo che... il gatto nella sceneggiatura non esisteva affatto. Pare che l'improvvisa illuminazione sia venuta al regista, Francis Ford Coppola, al quale i suoi assistenti avevano appena portato un gatto che scorazzava sul set di ripresa. Il regista si limitò a prendere il gatto e piazzarlo in grembo a Marlon Brando, poco prima del ciak.
Insomma... Coppola fece a Brando una proposta che non poteva rifiutare..
Arancia meccanica [A Clockwork Orange - 1971] di Stanley Kubrick.
Alex (ossia Malcolm McDowell) decise di sua iniziativa di cantare Singing in the Rain durante la scena di ultra-violenza della rapina con stupro in una ricca villa borghese.
Il noto perfezionismo di Stanley Kubrick aveva già portato a svariate riprese della scena, senza mai trovare la soddisfazione del regista.
Con l'improvvisazione canora di Malcolm McDowell, invece, la scena acquistò tutto un altro tono, tanto che Kubrick si dichiarò finalmente soddisfatto del ciak e ordinò alla produzione di acquisire subito i diritti di utilizzo per la canzone.
Taxi Driver [Taxi Driver - 1976] di Martin Scorsese.
"Travis parla con se stesso davanti allo specchio".
Questo è tutto quello che lo sceneggiatore Paul Schrader aveva scritto sulla sceneggiatura per una delle più famose - e più citate - scene del cinema.
Il merito della scena finale è perciò completamente da attribuire a Robert De Niro nel ruolo di Travis Bickle, che ha del tutto improvvisato i dialoghi - il famoso "Ma dici a me?" - e anche l'espressività e gestualità di contorno, come ad esempio il fatto di mostrare lo sguardo allucinato causato da una insonnia ossessiva e malata.
Il Cavaliere Oscuro [The Dark Knight - 2008] di Christopher Nolan.
Joker (Heath Ledger) è in prigione, appena arrestato da Jim Gordon (Gary Oldman), e il sindaco Garcia (Nestor Carbonell) assegna prontamente a Gordon la promozione all'incarico di commissario.
Parte l'applauso di congratulazioni fra i colleghi di Gordon, ma quando il fragore comincia a spegnersi ecco che Joker, meccanicamente e lentamente, senza mai cambiare espressione (e senza che questa azione fosse stata prevista dalla sceneggiatura) prolunga l'applauso come presa in giro per il neo-commissario.
Blade Runner [Blade Runner - 1982] di Ridley Scott.
Rick Deckard (Harrison Ford) è in una pessima posizione. Sta tentando di "ritirare" dalla circolazione il replicante Roy Batty (Rutger Hauer) ma si ritrova sconfitto e sa di stare per lasciarci la vita.
Anche Roy Batty però sente di stare per morire. Il suo tempo è terminato.
Roy ha pietà di Rick Deckard e lo lascia vivo, non prima però di aver recitato le sue ultime parole, previste dalla sceneggiatura: "E tutti quei momenti andranno perduti per sempre".
La frase non è completa! Manca la conclusione: "... come lacrime nella pioggia". Beh, quest'ultimo pezzo non c'era affatto nella sceneggiatura. Si è trattato di una improvvisazione - passata alla storia - di un Rutger Hauer in stato di grazia creativa.
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