Il fumetto originale di Jack Kirby si concentrava (nell'intenzione originaria del suo autore) su una sorta di versione futuristica di Capitan America, un uomo che possiede una potenza di attacco pari a quella di un battaglione e che difende pace e libertà agli ordini di una Agenzia per la Pace Globale.
Si tratta di una delle creazioni minori di Kirby, che non ebbe fortuna e la cui serie del 1974 fu cancellata dopo soli 8 numeri, lasciando per altro incompleta la narrazione.
O.M.A.C. ha avuto altre apparizioni successive, il cui valore è più di revival nostalgico verso l'opera complessiva di Kirby che di appetibilità commerciale del prodotto.
Il vecchio OMAC |
Però non è quest'ultima la versione di Omac che viene ora recuperata, preferendo tornare (ma non del tutto) alle origini. Per OMAC #1 si è scelto di emulare (omaggiare?) pari-pari il tratto di Kirby. L'idea in sé di questo approccio grafico mi lascia perplesso per tanti motivi, e a dirla tutta mi lascia perplesso anche il risultato.
Il nuovo OMAC |
Ogni operazione nostalgico-Kirbyana finisce per tradursi in un vuoto esercizio di stile che da Kirby trae solo una vaga somiglianza esteriore. Ne è un esempio Godland della Image Comics (qui le cover di questa serie), titolo interessante nelle premesse e discreto nei testi, ma pedante nella emulazione del tratto di Jack Kirby fino a produrre risultati (in my humble opinion) a dir poco terribili.
E c'è da aggiungere che per quanto vigoroso, immaginativo e immediatamente comunicativo, Kirby non faceva più breccia fra le generazioni più giovani già durante l'ultima parte della sua carriera. A che scopo inserire una proposta come OMAC in quella che dovrebbe essere una operazione di rilancio editoriale mirata proprio a imbarcare lettori che ai fumetti non si sono mai avvicinati prima?
Lord Mokkari |
L'emulazione Kirbiana in OMAC #1 si spinge ben oltre che la semplice imitazione delle anatomie, delle pose corporali o del tratteggio. Anche la costruzione della tavola è molto Kirbyana (tavole da quattro vignette uguali disposte su due righe e due colonne) così come le inquadrature o l'uso ridondante di didascalie che descrivono l'azione già mostrata dal disegno, per rafforzarne pomposamente l'epica.
Dubbilex e i soldati senza volto |
Veniamo allora alle (poche) differenze con la versione di Kirby: quando Buddy Blank si trasforma in Omac assume un aspetto mostruoso e iroso, invece che mantenerne uno umano. Quindi invece che un emulo futuristico di Capitan America abbiamo più qualcosa che ricalca lo stesso problematico dualismo di Hulk/Bruce Banner.
Un'altra differenza con la versione di Jack Kirby è l'inclusione di altri personaggi e ambienti creati sempre da Kirby, ma che originariamente nulla avevano a che fare con Omac: Lord Mokkari, Dubbilex, il progetto Cadmus. Per mettere al centro della scena queste figure certamente più suggestive di quanto non fosse l'Agenzia per la Pace Globale, Dan DiDio sceglie di relegare sullo sfondo i soldati senza volto dell'Agenzia, di fatto riducendoli al ruolo di semplici sgherri-macchietta e distruggendo la concezione originaria di Omac.
Azione Kirbyana |
Conclusione? Albo divertente nel suo omaggio al Re, e anche piacevole nei disegni, ma è improbabile che riesca a agganciare a lungo molti lettori (vecchi o nuovi che siano). Forse inserirlo nell'operazione The New 52 non è stata l'idea più geniale del mondo.
Quando chiudi un albo e, chiedendoti se ti sia piaciuto, ti verrebbe da rispondere che la colorazione era davvero brillante, forse è perché proprio non sei riuscito a comprendere dove si volesse andare a parare.
Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa!
DC Comics Reboot: The New 52 - tutte le recensioni
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