Lo prendo in considerazione solo ora perché sul canale ufficiale youtube di Marvel Comics è appena stata pubblicata una piccola chicca: un filmato che mostra un breve backstage di lavorazione per la testata Ultimate Spider-Man.
Più precisamente il video mostra la fase di creazione con Photoshop dei contorni di campitura per la colorazione digitale di una tavola. La clip è priva di audio ma è comunque affascinante.
Per quegli uno-due individui che non conoscessero ancora l'antefatto, vado a riepilogarlo: la collana Ultimate Spider-Man non ha mai presentato le avventure del tradizionale Spider-Man (che risiede nella cosiddetta Terra 616) ma le eccitanti imprese di una sua versione anagraficamente più giovane e trendy, inserita in un universo alternativo denominato Ultimate (o Terra 1610).
La novità ora è che nell'universo Ultimate il buon vecchio Peter Parker non c'è più: spacciato, morto, kaput!
Al suo posto, con indosso gli stessi panni da amichevole tessiragnatele di quartiere, c'è un nuovo giovincello di belle speranze, un pulcino dall'aria sensibile e un po' sperduta: Miles Morales.
Niente di strano. Nascite, morti e resurrezioni sono all'ordine del giorno nei comics, persino per personaggi da ventiquattro carati.
Senonché Miles Morales ha connotati blatini (un po' black, un po' latinoamericani) secondo quello che è un ennesimo neologismo politically correct fra i tanti che ci siamo inventati negli anni per evitare l'imbarazzo di additare i componenti di una società multietnica con colori prelevati dalla tavolozza standard.
E niente di strano anche fin qua. Quella di creare eroi di etnia o estrazione sociale non pedissequamente WASP (White Anglo-Saxon Protestant) è una scelta tutt'altro che nuova. Ma applicata a un personaggio come Spider-Man ha un altro peso, rendendo il look and feel delle storie molto molto più trendy (perfettamente in linea con gli obiettivi di mercato juvenile dell'universo Ultimate).
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Se vi interessa approfondire la cosa, o se magari state scrivendo proprio ora una tesi di laurea in sociologia o scienze della comunicazione e siete in cerca di un argomento figo, sul blog della disegnatrice della serie - l'italiana Sara Pichelli che è dotata di una sensibilità artistica e perizia tecnica semplicemente sovrumana - trovate i link verso un'ampia rassegna stampa.
Sia chiaro: il tono (leggermente) sarcastico di questo post non è rivolto alle decisioni autoriali dei realizzatori della serie. Sono sicuro che le loro scelte grafico-narrative sono coerenti, innovative, attuali e interessanti, cioè dotate di tutto ciò che un buon fumetto seriale dovrebbe mensilmente servire ai suoi lettori.
Ma Peter Parker è (nella finzione narrativa) una persona. Miles Morales un'altra persona. Il cambiamento di etnia non avrà tutti quei significati culturali che ci stanno sapientemente contrabbandando marketing e media in furba sinergia, mentre apporterà sicuramente nuove situazioni narrative. Non a caso ho parlato solo di un nuovo look and feel per la serie.
Ritengo quindi che la mia lettura alla vasta rassegna stampa l'abbia già data a sufficienza. Ne ho viste - è il caso di dirlo - di tutti i colori e ora comincio a sentirmene vagamente sazio. Buona lettura e buona visione.
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2 commenti:
bel pezzo :)
Grazie... anche i tuoi son belli :)
Ciao :)
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